IV Seminario Internazionale MAP-FGM: E/MGF: Dalla medicina all’antropologia critica

Il 24 e 25 Novembre 2017 si è tenuto il quarto ed ultimo seminario del progetto MAP-FGM presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Roma Tre. Dal titolo: E/MGF: Dalla medicina all’antropologia critica�?, l’evento ha riunito più di venticinque oratrici e oratori provenienti da tutto il mondo (ricercatrici/ori, professioniste/i e attiviste), che hanno condiviso le loro conoscenze e competenze sulle E/MGF alla presenza di duecentocinquanta partecipanti (tra studentesse/i, dottoresse/i, ricercatrici/ori, staff di ONG e centri antiviolenza, ecc.), che hanno dato luogo a dense riflessioni ispiratrici. Il sito https://mapfgmrome.wordpress.com/ raccoglie le principali informazioni sul seminario e le sue relatrici e relatori.

Il seminario è stato aperto dai rappresentanti istituzionali di Roma Tre (L. Chiappetta Cajola, Pro-Rettrice, e M. Siclari, Vice-Direttore del Dipt. di Scienze Politiche) e del suo Comitato Unico di Garanzia (P. Gallo), assieme alle coordinatrici del progetto, M. Thill per l’URJC, M. Fusaschi (direttrice) e G. Cavatorta per Roma Tre.

La prima sessione, Studi di genere e Antropologia Pubblica�?, ha problematizzato in modo innovativo la comprensione di come le locali relazioni socio-culturali di genere e le biopolitiche sui corpi (migranti) genderizzati si articolino con la riproduzione delle pratiche di E/MGF. F. Bimbi ha analizzato l’iter della legge italiana sull’E/MGF da una prospettiva femminista e intersezionale; G. Coene ha discusso le proposte che considerano la circoncisione maschile come una pratica nefasta; S. Johnsdotter ha restituito le sue ricerche sull’emersione di movimenti che fanno advocacy per l’integrità genitale delle e dei minori e dei loro diritti; I. M. Hidayana ha presentato la sua ricerca in Indonesia sulla “circoncisione femminile�? e ha discusso le ambiguità del governo sul tema, considerando la crescita dei fondamentalismi. G. Rebucini ha proposto di ampliare la discussione sulle E/MGF inserendo i trattamenti biomedici sui genitali delle persone intersessuali.

Nel pomeriggio, è stato proposto un focus sul Rwanda durante la sessione “Gukuna, una modificazione controversa�?M. Fusaschi ha presentato la sua ricerca su una pratica di modifica estensiva dei genitali femminili che potrebbe essere considerata come un IV tipo di MGF, discutendo criticamente le aporie di un tale tipo di categorizzazione. Ne è seguita la proiezione del documentario Sacred Water (2016) con una presentazione video del regista O. Jourdain.

Nella sessione “Il paradigma biomedico e l’Antropologia critica�?, sono state vagliate le poste in gioco politiche e sociali della medicalizzazione, considerando diversi contesti. A. Andro, ha proposto una genealogia di come le E/MGF siano diventate un tema biopolitico globalizzato; M. Villani ha presentato i risultati della sua ricerca in Francia in un servizio sanitario che offre l’operazione di ricostruzione clitoridea a donne migranti; R. Falcao si è focalizzato sul Senegal esplorando le ragioni per cui le rivendicazioni di cambiamento sociale in tema di E/MGF non siano sempre condivise dalle comunità che le praticano; I. Sougueh Guedi ha presentato i risultati di una survey realizzata nel 2015 a Gibuti sui molteplici strati di resistenza all’abbandono delle pratiche di E/MGF. C. Carvalho ha sottolineato l’importanza di considerare il corpo personale, insieme a quello sociale e politico, nella comprensione delle pratiche biomediche locali sulle E/MGF.

Il giorno successivo, la sessione “Poste in gioco politiche. Note dall’UE e dal mondo�? è stata un’occasione unica per avviare un’analisi riflessiva dei movimenti dal basso e delle politiche pubbliche sulle E/MGF, quindi a diversi livelli (es. ONG, istituzioni dell’ONU, Stati). E. Ayuk ha discusso le difficoltà per il Camerun nel far fronte alle migrazioni da paesi confinanti in cui le E/MGF sono praticate; B. Pomeranzi ha ricostruito la nascita di un movimento femminista transnazionale dal basso di donne africane ed europee e ha sottolineato il bisogno di leggi e politiche che non alimentino il razzismo; C. Caldera ha presentato la storia dell’ONG AIDOS e ha discusso i pro e i contro nell’usare l’antropologia per elaborare e implementare un approccio pienamente transculturale; O. H. Abdulcadir & L. Catania hanno discusso i motivi per i quali, come ginecologi, hanno proposto un rito alternativo nel contesto italiano; J.L. Amselle ha analizzato come le rappresentazioni delle sessualità e delle E/MGF siano diventate, in Mali, una posta in gioco di lotta politica; F. Pompeo ha criticamente discusso le tensioni tra diseguaglianze, diversità e aspirazioni universalistiche che attraversano i servizi di welfare e le biopolitiche pubbliche.

Il seminario è terminato con una cerimonia conclusiva: M. Thill (URJC), E. Leye (VUB), A. Kaplan (Fondazione Wassu), M. Pellicciari (Fondazione Celli), C. Carvalho (ISCTE) e M. Fusaschi (Università di Roma Tre) hanno discusso gli importanti risultati raggiunti dal progetto MAP-FGM.

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